Secondo Enrico Costa, è l’epoca in cui il patrimonio documentario civico subisce i guasti maggiori, causati dalla rivolta del pane del 1780, dallo spostamento dell’archivio in occasione del rifacimento del Palazzo di Città, e più in generale, dall’incuria in cui versavano «le patrie memorie» nella prima metà dell’Ottocento, oggetto di saccheggio proprio durante il fervore degli studi tipici del tempo, volti a «a frugare nell’antichità».Per contro, l’archivio si arricchisce di alcune serie introdotte coi regolamenti del 1771 e del 1836: ad esempio, i registri della contabilità, i volumi delle Congreghe degli organi deliberativi e dei Copialettere che vanno a sostituirsi alle serie impiantate nel periodo spagnolo.
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