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statuti DI sassari

 STATUTI DI SASSARI

 CODICE degli statuti

DELLA REPUBBLICA DI SASSARI

CODICE LATINO

Gli Statuti DI Sassari on line

700° anniversario (1316-2016)

Nell’ambito delle iniziative per il 700° anniversario degli Statuti di Sassari ha preso corpo l’idea di dare vita a forme di valorizzazione innovative, almeno per la realtà locale: tra queste, un ruolo di primo piano è rivestito dal progetto di digitalizzazione dei codici pergamenacei dello statuto medievale, per troppo tempo rimasti negletti, per portarli all’attenzione del vasto pubblico del web in formato digitale, facendo sì che il bene documentale più importante per la storia della collettività urbana locale possa uscire dal ristretto circuito degli addetti ai lavori.

Il progetto mira anche a soddisfare le esigenze del mondo della ricerca attualmente destinate a rimanere in larga misura insoddisfatte presupponendo un uso “quotidiano” dei codici, che risulta impraticabile per l’ ovvia priorità rivestita dalle esigenze di tutela di un bene così prezioso.

Gli Statuti di Sassari

Gli Statuti di Sassari sono gli ordinamenti legislativi vigenti a Sassari nel periodo in cui la città si resse secondo l’assetto istituzionale proprio del Comune italiano del Medioevo.

Gli Statuti sono pervenuti in cinque copie. Due di esse sono pergamenacee e precedenti alla conquista aragonese della Sardegna, a parte alcune aggiunte posteriori. Una copia, redatta in sardo-logudorese, è datata 1316; l’altra, in lingua latina, è riconducibile ai primi due decenni del XIV secolo ed è giunta a noi frammentaria.

Entrambe sono conservate presso l’Archivio Storico del Comune di Sassari che custodisce anche due copie cartacee dello Statuto locale, di epoca più tarda: una, in sardo-logudorese, è la copia indicata come «authentica» datata 16 maggio 1607; l’altra è una trascrizione dello Statuto in lingua latina presente nel Libro de transuntos dove venivano raccolti tutti i privilegi della città. Questa copia integra parzialmente il testo latino del codice trecentesco.

La quinta copia cartacea è il cosiddetto codice di Castelsardo, scritto in sardo-logudorese e databile alla metà del ‘500 circa; è conservato presso l’Archivio di Stato di Sassari.

IL CODICE SARDO-LOGUDORESE (1316)

Redatto in gotica testuale italiana, il testo sardo-logudorese degli Statuti medievali di Sassari è contenuto in un codice membranaceo con moderna legatura in pergamena.

Il codice misura all’esterno mm. 305 x 242 e consta di 96 carte; reca due numerazioni con numeri arabi: l’una posta in alto a sinistra del recto e del verso, l’altra soltanto sul margine superiore destro del recto. La prima numerazione comprende anche la carta di guardia con l’ annotazione di epoca posteriore in idioma castigliano che dà conto delle funzioni di sussidiarietà demandate alla copia in volgare sardo-logudorese, più comprensibile di quella redatta in un latino ormai desueto, e per di più consunta nei caratteri.

Il codice è acefalo poiché privo delle carte iniziali che contenevano il rubricario del primo libro ed è inoltre lacunoso di alcune carte: due relative al primo libro che riguardano i capitoli XXXI e XXXII e i capitoli dal CXL al CXLIIII; una relativa al terzo libro, dal capitolo VII al IX.
Il codice riporta molte annotazioni marginali ascrivibili a periodi diversi.

I capitoli dal CXLVIII al CLIIII del primo libro sono privi di intitolazione così come i capitoli XLIV e XLV e quelli dal LV al LXIII del secondo libro. Tra il secondo e il terzo libro sono stati inseriti numerosi capitoli (dal XLIIII al LXIII) di epoca quattrocentesca. Il codice è stato restaurato nel 1973 a cura dell’allora Centro di Foto riproduzione Legatoria e Restauro degli Archivi di Stato. Nel 1992 fu segnalato uno sbiadimento degli inchiostri cosicché ne fu raccomandata una consultazione limitata, tale da prevenire ulteriori deterioramenti dati dall’esposizione alla luce solare.

GLI STATUTI DI SASSARI LETTI DA PASQUALE TOLA

Con la Storia di Sardegna (Torino, 1826) Giuseppe Manno (1786-1868) portò i codici medievali degli Statuti di Sassari all’attenzione del mondo della cultura giuridica dell’Ottocento.
Ma si devono a Pasquale Tola (1800-1874) il primo studio organico e la prima edizione critica dello statuto locale con l’opera Codice degli Statuti della repubblica di Sassari (Cagliari,1850), che viene qui pubblicata in formato digitale a supporto della lettura del testo del codice medievale in volgare sardo-logudorese.
Verso la fine del secolo sull’archetipo sardo è stata condotta anche l’ edizione di P.E.Guarnerio, Gli Statuti della repubblica sassarese, in «Archivio glottologico italiano», XIII (1892).

IL CODICE LATINO

Dopo il restauro del 1973 a cura dell’allora Centro di Fotoriproduzione Legatoria e Restauro degli Archivi di Stato, si presenta come un codice membranaceo con moderna legatura in pergamena di 50 carte di mm. 326×251 circa, numerate con numerazione contemporanea.
Il codice è acefalo e molto frammentario. È composto da frammenti provenienti da un codice del XIV secolo, di grafia simile a quella del codice volgare; Pasquale Tola li descrive come consistenti in quattro quaderni cuciti e due fogli staccati.

È evidente che il codice ha visto più volte scompaginata la sua struttura originaria. La sua attuale strutturazione non corrisponde del tutto alla descrizione del Tola e presenta uno spostamento di fascicoli di cui è difficile ricostruire la paternità.

Il codice è acefalo poiché privo delle carte iniziali che contenevano il rubricario del primo libro ed è inoltre molto lacunoso di alcune carte: relativamente al primo libro quelle che riguardano i primi due capitoli e parte del terzo e quelle relative ai capitoli dal XLVIII al CXLV. Il secondo libro comprende solo i capitoli dall’I al XXXVIII. Anche il terzo libro è mancante dei primi due capitoli e di parte del terzo.

Il secondo libro contiene norme aggiunte del 1322, seguite da un Privilegio di Giacomo II d’Aragona (1323). Il terzo libro contiene ordinanze e statuti, in latino e in volgare sardo, che vanno dal 1323 al 1523. In questa parte del codice sono anche presenti svariate ordinanze emanate all’epoca di Ugone III di Arborea (1376-1383), quando Sassari aderì alla ribellione dei giudici arborensi. I capitoli contrassegnati dai numeri romani dal 150 al 152 del primo libro sono privi di intitolazione così come i capitoli dal 39 al 42 del secondo libro. Nel 1992 fu segnalato uno sbiadimento degli inchiostri cosicché ne fu raccomandata una consultazione limitata, tale da prevenire ulteriori deterioramenti dati dall’esposizione alla luce solare.

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